Il futuro del podcast sarà video?
Prospettive 17/2024 - L’impatto di YouTube nel podcasting, cosa scegliere tra audio e video podcast e perché.
Rieccoci nel nostro appuntamento settimanale!
Oggi parliamo di pro e contro nella scelta del video podcast nella propria strategia, dell’evento Digital Ergo Sum di Roma e qualche link utile.
Intanto, ieri sera il webinar su tutela e gestione del diritto d’autore per podcast e contenuti digitali è andato alla grande. Grazie al contributo delle due esperte ospiti l’Avv. Martina Lasagna e la presidente della collecting Licensync, ne è uscita una diretta ricca e densa di informazioni utili a chi crea contenuti digitali. Ti consiglio di recuperarla se non hai partecipato alla live direttamente a questo link.
Cominciamo!
La diatriba su cosa sia meglio scegliere tra audio o video podcast è sempre aperta. Da una parte ci sono i puristi del podcasting che non concepiscono il video, dall’altra chi invece intravede un trend da cavalcare. Chi ha ragione? Risposta breve: entrambi. Ma andiamo per gradi.
Qui voglio portarti alcune delle considerazioni esposte dagli esperti nazionali e internazionali che sono intervenuti lo scorso 28 maggio all’evento organizzato dall’OBE Osservatorio Branded Entertainment, e le mie riflessioni sul tema.
L’impatto di YouTube sui podcast
Partiamo dai dati e da una premessa.
Se parliamo di video certamente è YouTube il canale principale a cui fare riferimento. Ma forse non tutti sanno che YouTube è anche la prima piattaforma usata per scoprire nuovi podcast, a prescindere se siano audio o video. È usata dal 58% degli ascoltatori (fonte ricerca OBE e BWA Doxa) e dall’84% della Gen Z ogni mese (fonte ricerca presentata da Stefano Manca, Strategic Partner Manager YouTube @Google).
E questo è anche confermato dal grafico estratto da Google Trends che mostra quanto sia cresciuta la ricerca “podcast” all’interno di YouTube negli ultimi 4 anni in Italia.
Sicuramente sull’evoluzione di questi dati ha impattato l’introduzione da parte di YT della sezione Podcast (aprile 2023 in Italia) aperta a tutti i creator e il successivo collegamento al feed RSS. (Per chi non conosce questo termine, il feed RSS è il file strutturato che contiene tutte le informazioni di un podcast e permette l’aggiornamento automatico dei nuovi contenuti pubblicati).
Questo ha consentito a tutti i podcaster di distribuire i propri contenuti (audio o video) anche su questa piattaforma in modo semplice e automatico, e di poter sfruttare il potenziale del secondo motore di ricerca al mondo per la discoverability dei podcast.
Quindi chiunque fa o vuole fare podcast, non può sottovalutare la forza di YouTube per aumentare la propria visibilità, soprattutto considerando questi fattori:
ha un algoritmo pensato per raccomandare altri podcast
è una piattaforma multiformato che offre contenuti long video, short video, podcast, musica
è un ecosistema in cui l’utente può switchare in modo fluido da un formato all’altro e da un device all’altro senza perdere il punto di interruzione.
da YouTube Music è possibile ascoltare podcast audio anche in background gratuitamente
è usato soprattutto dalla Gen Z, target interessante da coinvolgere.
Purtroppo, nonostante questo, 1 ascoltatore su 4 non trova il proprio podcast preferito su YouTube, secondo quanto condiviso da Steve Goldstein, CEO Amplifi Media, eppure su di essa transitano 2 miliardi di utenti mese in 80 Paesi. Forse ci stiamo perdendo del pubblico?
E arriviamo alla domanda: audio o video podcast?
Se poniamo la domanda agli ascoltatori, circa la metà si definisce “purista”, ovvero concepisce il podcast solo come audio (fonte OBE-BWA Doxa). Ciò significa che c’è una bella fetta di pubblico che non disdegna affatto la componente video.
E anche la ricerca presentata da Stefano Manca di YouTube conferma che il 37% dei fruitori preferisce consumare podcast in cui è presente un video.
Da podcaster, invece, significa che dobbiamo traslare tutti verso questo formato? No, e i motivi sono diversi.
Innanzitutto, non è un formato adatto a tutti i generi di podcast. Quelli narrativi, ad esempio, non avrebbe molto senso renderli video. L’unico formato che funziona davvero sono i talk a due o più voci, stile One More Time o Muschio Selvaggio per citare i più popolari.
In secondo luogo, realizzare un video podcast aumenta la complessità di produzione, oltre che i tempi e i costi. È vero che non ci è richiesto essere Steven Spielberg, come scherzosamente ha detto Steve Goldstein, ma tutto va ripensato in modo visivo.
Inoltre, anche per chi fa talk, il gradimento del pubblico verso i video podcast è orientato per il 70% verso produzioni in cui conduttori e ospiti siedono allo stesso tavolo in uno studio di registrazione. Scende drasticamente l’interesse se il video podcast è creato con modalità video call o simili.
Infine, come accennavo in questa newsletter, il video potrà crescere ma non sostituire il podcast audio, proprio per le caratteristiche di flessibilità di fruizione implicite nell’audio stesso.
Quindi se stai pensando al tuo prossimo progetto, tieni conto di queste variabili: tempi, costi, formato e impatto sul risultato atteso.
Riassumendo, se sei podcaster o stai pensando al tuo futuro progetto podcast, tieni presenti questi punti chiave:
YouTube è una piattaforma in cui essere presenti: premia la visibilità a prescindere se ci sei con podcast solo audio o anche video
la Gen Z preferisce YouTube per scoprire nuovi podcast e preferisce i video podcast
il video podcast non è per tutti. Se vuoi farlo, fallo bene.
Festival Digital Ergo Sum
Ancora 2 giorni per registrarsi alla seconda edizione del Festival dedicato all’impatto del digitale su cultura e società, di cui Podstar è fiera di essere partner.
Sabato 8 giugno dalle 9.30 alla Casa del Podcast presso Technotown all’interno di Villa Torlonia a Roma.
Tra i temi trattati l’uso consapevole del digitale, soprattutto da parte di bambini e adolescenti, imprenditoria sostenibile e capace di valorizzare la diversity, cittadinanza digitale e giornalismo smart, gender equality e multiculturalità, intelligenza artificiale, disabilità e inclusione.
Ingresso aperto a tutti previa registrazione e biglietto a 1 euro. Programma e info a questo link.
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