Quanto sono influenti i podcast oggi?
Prospettive 25/2024 - di come i media emergenti ridefiniscono la comunicazione moderna
Ciao e bentrovati!
ho appena terminato il webinar che ho tenuto per la SEOZoom Academy in cui ho parlato di come le aziende possono (e dovrebbero) usare il podcast nella loro comunicazione, cosa funziona, cosa no, e soprattutto perché. Dai feedback ricevuti pare sia andato bene. Se non sei riuscito/a a iscriverti e vuoi seguire il webinar, è disponibile gratuitamente a questo link a brevissimo.
Novità: Sono felice di annunciarvi che il podcast Merce di Scambio, prodotto insieme a Podstar per Teresa Potenza e vincitore del premio POD24 come miglior podcast indipendente di inchiesta e reportage, sarà trasmesso su Radio24. Da lunedì 4 novembre, per tre settimane, potrete ascoltarne gli estratti durante il programma Matteo Caccia Racconta, online alle ore 15:00, e, naturalmente, anche on-demand sui canali podcast della radio. Sono molto felice di questo riconoscimento, soprattutto perché l’intento del podcast era proprio quello di far conoscere la storia della protagonista, a quante più persone possibile, per dare voce E questo contribuirà a farlo.
Se mi seguite da un po’, sapete quanto mi stiano a cuore i temi sociali e culturali. Lavoro con passione a progetti che, attraverso il podcast, mirano a generare un impatto positivo e ancora di più quando è un brand a dare voce a questi valori.
E qui arriviamo all’argomento di oggi.
Il podcast come media di impatto
Gli esiti delle elezioni americane sono ormai ufficiali. Trump sarà il 47esimo presidente degli Stati Uniti. E anche se in molti (me compresa) speravano in un epilogo diverso, un po’ me lo aspettavo. Osserveremo l’impatto che la sua ascesa avrà sui diritti umani e in particolar modo sulle minoranze, anche se sarà tutt’altro che felice purtroppo (e se volete una disanima a caldo vi suggerisco di leggere l’ultima newsletter di
e di Azzurra Rinaldi arrivate proprio oggi).Ma non è questo il punto né la sede per parlare di questioni politiche d’oltreoceano, anche se purtroppo riguardano anche noi.
Piuttosto, il punto di osservazione e di interesse che voglio portare qui oggi è come i due candidati hanno usato i media nella loro campagna elettorale per capire cosa possiamo imparare dalla loro strategia, come aziende e come liberi professionisti.
Un’analisi condotta da Arcadia, agenzia di comunicazione e social listening, sottolinea come “nella campagna presidenziale 2024, il digitale abbia spodestato definitivamente il primato della TV.” Infatti, sia Trump che Kamala Harris hanno rivoluzionato le loro strategie, scegliendo i podcast e i social media come canali principali.
Il “podcast media tour” presidenziale
Già nel 2016, durante la sua prima campagna presidenziale, Donald Trump sfruttò i podcast come canale di comunicazione elettorale. Ma non in modo così significativo. All’epoca, il focus era su Twitter, i grandi comizi e le interviste televisive, utilizzati strategicamente per raggiungere il pubblico di massa con messaggi rapidi e controversi. Twitter, in particolare, divenne uno strumento chiave per diffondere il suo messaggio in tempo reale, spesso attraverso dichiarazioni dirette e provocatorie, che generavano immediata attenzione mediatica.
Il “podcast media tour” presidenziale del 2024 ha portato Trump in show di grande seguito come The Joe Rogan Experience e Impaulsive, dove ha affrontato temi con toni diretti e senza filtri. Queste apparizioni hanno consolidato il suo legame con un pubblico giovane, spesso disinteressato alla politica tradizionale, rafforzando la sua immagine tra ascoltatori al di fuori dei circuiti mediatici convenzionali.
Harris, invece, ha scelto podcast particolarmente popolari tra le donne e i giovani afroamericani, come The Breakfast Club e Call Her Daddy, uno dei podcast più seguiti su Spotify, soprattutto da ascoltatrici under 35. Questi spazi le hanno permesso di esplorare temi sociali cruciali, come i diritti civili, raggiungendo comunità che tradizionalmente non trovano rappresentazione nei media mainstream.
Tuttavia, come conferma e approfondisce anche Andrea De Cesco, giornalista e autrice di Questioni d’Orecchio, “è la prima volta che due candidati alla presidenza degli Stati Uniti puntano così tanto sui podcast durante la campagna elettorale, anche a discapito dei media tradizionali.”
Perché puntare sui podcast?
Tre sono i principali motivi:
Sfruttare la popolarità e l’influenza dei podcaster – Joe Rogan attrae in media 11 milioni di ascoltatori per episodio e l’intervista a Trump ha raggiunto i 45 milioni di visualizzazioni. Ma oltre ai numeri, assolutamente significativi, c’è di rilevante anche l’engagement degli ascoltatori dato dal legame che si è instaurato nel tempo con il podcaster.
Raggiungere target specifici là dove si trovano – Come osserva Melissa Kiesche di Edison Research, la Generazione Z e i Millennial rappresentano la maggioranza dell’audience dei podcast; un pubblico giovane, spesso indeciso e difficile da raggiungere tramite altri canali.
Umanizzare il messaggio – I podcast permettono di mostrare una dimensione più autentica dei candidati, instaurando una connessione con l’ascoltatore che va oltre i limiti della comunicazione formale.
Nic Newman del Reuters Institute in un’intervista rilasciata a Ecnews evidenzia come “i podcast umanizzino la politica in un modo che è identificabile e coinvolgente. I politici possono apparire sotto una luce diversa rispetto alla loro rappresentazione nei media tradizionali, spesso improntata alla controversia”.
Harris e Trump, attraverso il podcast, hanno raggiunto vari sottogruppi demografici, focalizzandosi su aspetti come razza, genere e classe sociale, e riuscendo a catturare l’interesse di una platea più diversificata.
E per i brand?
Il podcast è un fenomeno culturale e sociale da non sottovalutare.
In proporzione, i numeri relativi agli ascolti di podcast in Italia sono complessivamente minori rispetto al mercato statunitense anche per la diversa storicità con cui il podcast è entrato a far parte della dieta mediatica degli italiani, ma certamente il trend con cui cresce questo mercato rivela quanto sia rilevante il suo impatto nella comunicazione a più livelli.
Se i podcast sono usati per influenzare il voto di milioni di americani, perché non usarli per influenzare positivamente la comunità e parlare di temi di impatto?
Negli ultimi anni, è cambiato molto il ruolo che i brand ricoprono nella società. Non sono più semplicemente entità commerciali, ma influenzano l’immaginario collettivo e contribuiscono alla costruzione sociale.
Nel libro “Brand Activism, dal purpose all’azione”, Philip Kotler spiega bene quanto i brand oggi abbiano un potere, che è quello di sostenere cambiamenti sociali, agire nell’interesse della comunità, esercitare la propria responsabilità sociale sostenendo ad esempio business etici, inclusivi, sostenibili e farsi portavoce di temi importanti per creare consapevolezza e sensibilizzare il pubblico su argomenti che non sempre trovano spazio sufficiente nei media mainstream.
Questo potenziale attribuisce ai brand una grande responsabilità verso le comunità e i territori in cui sono presenti. Oggi, il modo in cui comunicano, i messaggi che trasmettono e i valori che incarnano rappresentano fattori essenziali, poiché influenzano il giudizio dei consumatori. Le persone scelgono un brand non solo per i prodotti che offre, ma anche per l'impatto delle sue azioni e il significato dei suoi messaggi.
Questa è una grande opportunità per distinguersi. E citando le parole dell’ultima newsletter di
“in un oceano di contenuti tutti uguali, i brand che osano fare qualcosa di diverso hanno l'opportunità di lasciare il segno. La monotonia ci sommerge, e andare controcorrente non è solo una scelta ma, spesso, una necessità.”Riflessione finale
Ovviamente, il podcast è un canale comunicativo, si occupa di storytelling e divulgazione, quindi arriva nella parte finale di tutto il processo di azione del purpose e presuppone che si sia dietro un vero interesse e azioni concrete. Altrimenti, se il purpose è totalmente disconnesso da quello che si comunica, il rischio è di peggiorare l’immagine del brand.
Viceversa, se c’è allineamento e soprattutto si ha un purpose in grado di cambiare in meglio il mondo, allora il podcast diventa uno strumento potentissimo.
Vi lascio con una riflessione: In che modo il vostro brand può generare impatto positivo sulla comunità? Di cosa si fa promotore? Lo state comunicando?
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